Il CBD e la cannabis light sono legali da diversi anni ma in tanti hanno ancora dubbi riguardanti la possibilità e le modalità di assunzione. Molti si chiedono se fumare CBD è legale ma la legge vigente ne regola solo la coltivazione e il commercio e mancano direttive afferenti al consumo di questi prodotti.
Ultimamente, anche OMS e ONU si sono mostrate aperte nei confronti del CBD, ma in Italia la legislazione resta lacunosa, oltre al fatto che la disinformazione dilaga e spesso ci si chiede quanto sia sicuro acquistare o meno i prodotti CBD senza violare la legge.

Come posso assumere il CBD?
Ma è legale fumare il CBD? Ad oggi, non c’è un testo giuridico che consente espressamente di inalare il CBD, ma neanche uno che lo vieti. A livello di logica, dato che il cannabidiolo non è illegale, se ne dovrebbe poter fare un po’ quel che si vuole (nonostante molti si chiedono ancora quanto CBD sia necessario per sballarsi). Per quante canne di CBD al giorno si possano fumare, non si avranno mai allucinazioni o altri effetti psicotropi, stessa cosa che succede se si fuma la camomilla.
Purtroppo, però, tra gli utilizzi consentiti (presenti nel testo di legge) si trovano quello cosmetico, quello alimentare e quello per il collezionismo, ma lo scopo ricreativo non è citato.
Ora, per onestà intellettuale, è chiaro che nessuno crede che chi acquisti infiorescenze di CBD o gli oli, li tenga in esposizione sulla mensola o insieme ai francobolli, ma chi si occupa di legge si trova spesso a spiegare che l’erba legale non può essere assunta tramite combustione. Infatti, è ormai nota la terminologia di “uso tecnico“, che viene dal diritto industriale, che per il CBD vuol dire tutto e niente, e che si spera venga prima o poi cambiata.
Il nostro consiglio, dato il vuoto legislativo, è quello di evitare di assumere prodotti a base di CBD negli spazi pubblici ed è comunque importante avere sempre con sé i documenti che certificano l’acquisto di prodotti al CBD.
Cosa succede se la polizia ti ferma con erba legale?
Partiamo da ciò che sappiamo e che è chiaro nella legge: l’acquisto di prodotti al CBD certificati è consentito dalla legge, il suo semplice possesso non espone al rischio di multe o sanzioni, se si è in possesso delle certificazioni che i venditori sono tenuti a fornire al momento dell’acquisto.
La legge 242/2016 afferma che è possibile coltivare piante di cannabis che non contengano una percentuale di THC superiore allo 0,2%, e i suoi derivati possono essere venduti e posseduti, ma la combustione ne è vietata. Questo perché, ai sensi dell’articolo 75 del DPR 309/1990, ovvero della legge sugli stupefacenti, in Italia il consumo e il possesso per uso personale di sostanze stupefacenti resta un illecito amministrativo e, nelle infiorescenze, c’è comunque una piccola percentuale di THC.
In sostanza, se ti domandi “quanto CBD posso detenere”, seguendo la legge del 2016, è possibile possedere tutto il CBD che vuoi ma, tenendo conto di quella del 1990 (corretta col referendum del 1993), non è possibile inalarlo.
Quindi cosa succede se ti fermano mentre fumi uno spinello di CBD?
I carabinieri e la polizia tendono a contestare l’uso personale, come quando si assume CBD fumando.
Però, dato che è riconosciuto il fatto che il cannabidiolo non produce effetti psicotropi e che, quindi, non si tratta di stupefacenti, un avvocato che segue tale strategia giuridica durante un eventuale processo può tranquillamente convincere il prefetto nel non applicare alcuna sanzione amministrativa al suo assistito.
In poche parole, in caso di procedimento penale conseguente a possesso o consumo di CBD, la possibilità di vincere il processo è altissima, ma ci si potrebbe comunque trovare nella situazione di dover affrontare l’iter iniziale di chi viene colto in possesso di prodotti al THC.
Legge italiana e CBD: conclusioni
La legge 242 del 2016 rappresenta sicuramente una svolta nella regolamentazione della cannabis, data la sua parziale legalizzazione (in base alle percentuali di THC). Purtroppo, sembra un po’ di essere di fronte al “segreto di pulcinella”: chi acquista CBD spesso lo assume attraverso la combustione e la vaporizzazione.
Lo sanno tutti, anche chi fa le leggi, e tutti sanno che non produce effetti psicotropi. La legge è stata emanata, tra l’altro, per promuovere la coltura della canapa e al fine di supportare:
- la coltivazione e la trasformazione della pianta;
- la creazione di filiere locali per l’uso e il consumo dei prodotti che ne derivano;
- lo sviluppo di un mercato in continua crescita;
- la produzione di prodotti afferenti a diversi settori industriali.
Il punto è che, sempre secondo il testo di legge, la canapa light e i suoi derivati possono essere acquistati solo per scopi:
- florovivaistici;
- collezionistici;
- cosmetici;
- alimentari.
Inoltre, per coltivare e commercializzare il CBD bisogna seguire determinate regole, come la certificazione delle semenze che, per poter essere piantate, devono essere presenti nell’elenco europeo delle varietà ammesse alla coltivazione.
Insomma, tante regole da rispettare per produrre e commercializzare infiorescenze e altri prodotti che sono a tutti gli effetti legali ma che, secondo la legge, non puoi fumare. Poi, però, davanti a un giudice, è molto probabile che si venga assolti.
Un paradosso che non fa altro che rallentare la macchina giudiziaria italiana e che ostacola il boom di un mercato che potrebbe dar lavoro a tanti giovani.
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Commento Unico
[…] Le infiorescenze che si trovano sul mercato sono al CBD e vengono “intinte” nella resina all’HHC, quindi, per quel che riguarda il loro consumo e “cosa succede se mi fermano mentre fumo CBD” vi rimandiamo all’articolo dedicato che trovate qui. […]