La California è stata la prima a legalizzare la marijuana a scopo terapeutico negli Stati Uniti, nel 1996, per poi includere gli scopi ricreativi nel 2014. In questo lasso di tempo, molti altri stati americani hanno legalizzato la cannabis, portando alla formazione di un’industria legale che ha influenzato non poco l’economia e la società americana.

Benefici economici e sociali della legalizzazione della marijuana
Secondo il Marijuana Policy Project (MPP), le vendite di marijuana per uso ricreativo nel 2021 hanno generato più di 3,7 miliardi di dollari di guadagni per lo stato, provenienti da:
- le tasse pagate dalle imprese del settore per le licenze;
- le imposte pagate dalle società che producono e vendono marijuana;
- le imposte sul reddito dei dipendenti dell’industria della cannabis.
Se si guarda alla California, le sue entrate fiscali coprono un terzo di quelle di tutti gli stati dove la cannabis è legale. Tra l’altro, gran parte del gettito fiscale proveniente dal mercato della cannabis è destinato alle organizzazioni non profit della comunità locale.
Alcuni stati americani dove è legale hanno sposato la stessa linea di pensiero: le tasse sulla vendita di cannabis vengono investite in programmi sociali, oltre che nella costruzione di nuove scuole e biblioteche pubbliche. Dalla prevenzione del bullismo, alla cura di dipendenze da alcol e droghe, alla formazione sul lavoro, fino alle amministrazioni che investono questo denaro per far rivivere quelle zone geografiche dove l’inutile guerra alla marijuana ha avuto conseguenze sociali importanti.
Gli effetti sul narcotraffico
Proprio dal 1996, quando la California ha dato il via a questo processo, la domanda di cannabis contrabbandata dal Messico negli Stati Uniti ha iniziato a scendere. Il contrabbando esiste ancora, ma da allora si è verificato un importante calo di sequestri delle pattuglie di frontiera degli Stati Uniti.
Le statistiche federali affermano, inoltre, che gli agenti delle pattuglie di frontiera confiscano sempre meno droghe al confine tra Stati Uniti e Messico. Lo si può notare nel grafico che trovate qui: stiamo parlando di dati ufficiali della dogana e della protezione delle frontiere USA che mostrano una riduzione totale del contrabbando di diversi tipi di droghe al confine, anno dopo anno.
In sostanza, un duro colpo alle mafie che ne gestiscono il traffico.
Le conseguenze della legalizzazione della marijuana sui giovani
Negli stati dove la marijuana non è ancora legale, gli scettici e i contrari spesso ricorrono alla scusa dei giovani e ai pericoli che la legalizzazione comporterebbe per loro. Chi dice che se è legale si comincia prima, chi ricorre alla classica e più volte confutata teoria che dalla cannabis si passa alle droghe pesanti.
La realtà dei fatti dice che, negli stati in cui è legale l’erba, i consumatori sono più consapevoli di ciò che assumono e, soprattutto, gli organi di governo (e non solo) conducono più facilmente gli studi sui comportamenti legati all’uso di cannabis.
Prendiamo come esempio uno studio del Cannabis Public Policy Consulting sulla salute pubblica in 25 stati, tra i quali alcuni in cui la cannabis è illegale. I risultati hanno evidenziato che l’età di inizio dell’assunzione di marijuana negli stati dove la cannabis è illegale è di 16,7 anni, rispetto ai 17 anni di dove è legale. Sebbene si tratti di una differenza di pochi mesi, essa mostra che la legalizzazione non sta portando i giovani ad avvicinarsi alla marijuana prima del solito.
Gli studi che confermano questo trend sono sempre di più e, lo ripetiamo, non sono condotti solo da associazioni pro-cannabis, ma anche da enti pubblici e scientifici.
Uno di essi, finanziato dal NIDA (National Institute on Drug Abuse), ribadisce quanto detto fin qui. Traducendo pari pari dallo studio: “[…] i giovani che hanno trascorso la maggior parte della loro adolescenza sotto la legalizzazione non mostrano più o meno probabilità di aver assunto cannabis all’età di 15 anni rispetto agli adolescenti che hanno trascorso poco o nessun tempo sotto legalizzazione […]”.
Conclusioni
Le argomentazioni di chi fa muro alla marijuana legale sono tante, spesso sterili e accompagnate da generose quantità di ignoranza sull’argomento.
Nel mentre, dall’altra parte dell’Atlantico si sono trovati davanti a un dato di fatto: la legalizzazione permette una conoscenza e un controllo migliore della sostanza. Le evidenze raccolte dagli organi statali, non solo da associazioni di parte, affermano che non c’è un maggiore consumo di cannabis dove è legale e che essa non incide sul presente né sul futuro dei giovani. Non meno importante, la legalizzazione ha dato un duro colpo (quantomeno economico) alle mafie e permette di impiegare le forze di polizia in attività più importanti per la sicurezza dei cittadini. Ma si tratta di un aspetto che merita un approfondimento dedicato e che affronteremo più avanti.
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Commento Unico
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[…] negli Stati Uniti aumenta sempre più il numero di stati che hanno legalizzato la marijuana, da quest’altra parte dell’oceano ci si trova ancora a discutere e a dover smentire bufale […]