Mentre negli Stati Uniti aumenta sempre più il numero di stati che hanno legalizzato la marijuana, da quest’altra parte dell’oceano ci si trova ancora a discutere e a dover smentire bufale sulla cannabis che non hanno alcun fondamento.

Le bufale dei politici italiani
In Italia, nel tempo, i politici ci hanno deliziato con argomentazioni prive di capo e coda, specchio di una importante ignoranza sull’argomento. Quando l’anno scorso (2022) si discuteva la legge sulla coltivazione domestica di marijuana, soprattutto Leghisti e Fratelli d’Italia, hanno avuto la capacità di racchiuderle tutte (o quasi) in un pomeriggio. Ve ne raccontiamo alcune.
Dalla marijuana alle droghe pesanti
La prima e più inflazionata è “Dalla marijuana si passa alla cocaina e all’eroina”. Questa affermazione si basa sul dato secondo cui diversi eroinomani avrebbero cominciato con le canne. Si tratta, però, di un dato che si definisce “spurio”, ovvero che non rende una condizione (quella di fumarsi le canne) necessaria e sufficiente per finire alle droghe pesanti. Per fare un esempio: se buona parte degli alcolisti ha assunto buone dosi di caffè in gioventù, questo non significa che chiunque assuma caffeina passerà ai distillati in età adulta. Infatti, in Italia ci sono circa sei milioni di consumatori di cannabis ma, per fortuna, non milioni di persone dipendenti dall’eroina.
Legalizzarla non è utile per la lotta alle mafie
Dalla Lega (Tonelli) sembra si facciano orecchie da mercante agli appelli di diversi enti che sottolineano quanto la legalizzazione possa aiutare nella lotta alle mafie. Alle domande a riguardo, si risponde con frasi di circostanza e si chiudono gli occhi sulla realtà: la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, già nel 2016 ha espresso parere positivo su tutte le leggi volte a legalizzare la cannabis e la coltivazione domestica, anche per liberare le numerose forze dell’ordine impegnate nella (inutile) guerra alla cannabis, che ricopre quasi il 50% di tutti i sequestri annuali di stupefacenti.
Dipendenza e danni della cannabis
Non siamo sciocchi, sappiamo benissimo che fumare uno spinello col filtro di carta fa più male di una sigaretta, ma a volte la demonizzazione di questo gesto va oltre i limiti dell’accettabile e, chi lo fa, spesso, non sa neanche cos’è una canna.
Nel parlamento italiano è stato affermato che “Le sostanze psicotrope cosiddette leggere provocano gravi danni alla salute, dipendenza fisica e psicologica pari e superiore su alcuni elementi del fumo delle sigarette normali o dell’alcool”. Chi lo afferma (Maschio, FdI) non sa che nel 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha presentato una serie di proposte sulla riforma internazionale della cannabis, che sono state votate e approvate dalla Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti. La misura più significativa è stata la declassificazione della cannabis come sostanza non pericolosa e il suo uso medico è sempre più riconosciuto per diverse patologie.
Per quel che riguarda la dipendenza dalla cannabis, che si aggira tra il 4 e il 9% trai consumatori, è importante notare che altre sostanze legali e ampiamente accettate nella società hanno tassi di dipendenza molto più alti rispetto alla cannabis stessa (tabacco, caffè, gli zuccheri in genere).
La disinformazione nel mondo
Purtroppo anche nel resto del mondo, anche dove la cannabis è legale, c’è ancora chi cerca di demonizzare questa pianta, pur non sapendo neanche cosa succede se si fuma uno spinello.
La cannabis, le responsabilità e gli impegni
C’è una bufala riguardante la capacità del THC di indurre comportamenti violenti o causare disattenzione nell’assumere responsabilità e impegni. Tuttavia, uno studio pubblicato su Jama Psychiatry nel 2016 intitolato “Effects of Cannabis Use on Human Behavior, Including Cognition, Motivation, and Psychosis: A Review” smentisce questa teoria.
Secondo lo studio, non esiste alcuna correlazione tra l’uso di cannabis con THC e gli effetti sopra menzionati. È ovvio che tra le conseguenze dell’uso di marijuana potrebbe esserci la compromissione della capacità di eseguire compiti che richiedono un particolare sforzo di concentrazione, ma non vi è alcuna evidenza di comportamenti violenti o di disattenzione nell’assumere responsabilità e impegni. Inutile, quindi, fare il paragone con i comportamenti violenti conseguenti all’assunzione di alcolici, che sono tanti e comprovati.
Bacco, tabacco e Maria
Un’altra bufala cerca di equiparare cannabis, alcol e tabacco. Tuttavia, la letteratura scientifica dimostra che è sbagliato porre questi tre elementi sullo stesso piano.
I rischi per la salute e la vita legati all’alcol e al tabacco sono molto diversi da quelli relativi alla cannabis e non possono essere paragonati. Le modalità di assunzione di alcol e tabacco sono ben note (solo una piccola parte utilizza il tabacco masticabile) e sono statisticamente dannose per fegato, circolazione e polmoni.
A questo punto vi verrà da dire “Ma fumare una canna fa più male di una sigaretta, l’avete detto voi”. Vero, ma se si va a vedere cosa sta succedendo in America si capisce perché la legalizzazione può solo aiutare. Il consumo di canne, così come le conoscono gran parte dei consumatori in Italia, sta diminuendo sempre più dove l’erba è legale, e stanno guadagnando mercato gli edibili e i vaporizzatori.
Dato che il problema di salute pubblica è relativo al fumo dell’erba (spesso mescolata col tabacco), ancora una volta abbiamo la dimostrazione che, dove è legale, oltre a esserci una maggiore conoscenza della sostanza, può esserci anche una maggiore coscienza riguardo ai suoi potenziali danni e, quindi, un consumo differente.
Conclusioni
Le bufale, purtroppo, ci sono anche dall’altro lato, come chi afferma seriamente che la marijuana abbia proprietà antitumorali. Nella cura del cancro, la cannabis è utilizzata come antidolorifico, antinfiammatorio e antinausea, ma non è ancora stata stabilita la sua efficacia nel combattere le cellule tumorali. La ricerca in questo campo è ancora in fase iniziale, c’è ottimismo per alcuni risultati incoraggianti, ma c’è ancora molto da fare per determinare se la cannabis possa essere considerata una valida opzione per coadiuvare il trattamento del cancro.
In sostanza, come spesso accade, quando parte la discussione si creano delle fazioni, delle tifoserie, ognuna con le proprie argomentazioni, spesso infondate, non ben argomentate o povere di dati a sostenerle, e si perde il senso di ciò che realmente dovrebbe avere importanza. La marijuana non è più dannosa di alcol e tabacco, che sono legali, e chi ne fa uso dovrebbe essere libero di comprarla in luoghi sicuri, dove trovare anche informazioni riguardanti i prodotti in vendita. Legalizzare la marijuana permetterebbe di impiegare meglio le forze di polizia, magari per garantire una maggiore sicurezza dei cittadini, e darebbe un duro colpo economico alle mafie. In ultimo, ma non meno importante, tutti i casi di arresti e fermi a causa della detenzione di cannabis rallentano la macchina giudiziaria italiana (già lenta di per sé) e rovinano la vita di molti giovani.
Queste, in estrema sintesi, sono le argomentazioni che dovrebbero bastare a capire perché vale la pena rendere la marijuana legale e smetterla di perdere tempo a blaterare di cose che sono state largamente confutate dalla semplice realtà dei fatti.
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