La decisione di escludere la velocista Sha’Carri Richardson dalla squadra olimpica degli Stati Uniti nel 2021, dopo essere stata trovata positiva al THC, ha sollevato un dibattito sulle conseguenze dell’uso della marijuana e dei cannabinoidi nello sport.
Il THC si trova nell’elenco delle sostanze proibite dall’Agenzia mondiale antidoping (WADA), anche se la letteratura scientifica non indica in modo inequivocabile che il suo utilizzo migliori le prestazioni degli atleti. Alcuni atleti ne fanno uso, pare ci siano anche calciatori che fumano erba, ma le ricerche sulle prestazioni sportive sono rese difficili dalle restrizioni legali in molte parti del mondo.

Gli sportivi che assumono (o hanno assunto) THC
Quasi tutti ricordiamo Michael Phelps, l’otto volte campione olimpico squalificato dalla Federazione di nuoto degli Stati Uniti per tre mesi, a causa delle fotografie che spuntarono nel 2009 in cui fuma marijuana da una pipetta. Lui si scusò e non se ne parlò più.
Ma la lista di professionisti dello sport che assumono THC è davvero lunga. Ne nominiamo giusto qualcuno, escludendo il calcio, per il quale non c’è mai stato un vero “coming out” sull’assunzione costante di THC durante l’attività professionistica.
In una intervista con BBC Sport, Matt Barnes, giocatore della NBA che ha vinto il titolo con i Warriors nel 2017, ha ammesso di aver fumato cannabis prima di disputare diverse partite. Sebbene la sua carriera sia terminata, Jay Williams, ex giocatore dei Chicago Bulls negli anni 2000, ha dichiarato che il 75% dei giocatori della NBA assume marijuana.
C’è anche Nick Diaz, uno dei più noti e spettacolari lottatori di arti marziali miste del mondo, che ha sfidato il campione del mondo dei pesi welter, a sostenere l’uso della cannabis. Ha tranquillamente dichiarato di essere un “atleta sballone” accostandosi allo stesso Michael Phelps.
Tra gli atleti in attività che ne parlano tranquillamente c’è Avery Collins, un ragazzo ventiduenne maratoneta professionista che ha descritto la sua routine “cannabinoide”. Assume due diversi integratori di CBD al mattino che lo aiutano ad avere un boost di energia e gli permettono di recuperare più rapidamente. Subito prima di cominciare l’allenamento, assume un edibile o vaporizza THC da una penna e, se la corsa dura più di tre ore, porta con sé un altro edibile da consumare durante l’allenamento. Terminata la sessione, assume THC e utilizza pomate o composti al CBD, sia medicinali che alimentari.
I cannabinoidi influenzano le prestazioni sportive?
Consultando diversi studi e ricerche, se si vuole una risposta rapida alla domanda “I cannabinoidi migliorano le performance sportive?” la risposta è “dipende”.
Nel senso che il sistema endocannabinoide di ogni atleta e la risposta all’assunzione di THC e CBD sono diverse per ogni persona e, soprattutto, i loro effetti potrebbero essere benefici per alcuni sport e deleteri per altri.
Ma se parliamo degli sport di contatto, molti atleti potrebbero trarre benefici dagli effetti antidolorifici della cannabis, oltre dalla buona relazione che pare esserci tra CBD e muscoli. Poiché molte attività sportive possono causare danni muscolari e infiammazione, il CBD potrebbe rappresentare un modo sano e naturale per affrontare questi problemi. Nella NFL, infatti, numerosi giocatori hanno scelto di utilizzare i cannabinoidi per alleviare dolori acuti e cronici. L’ex difensore della NFL Jake Plummer, per esempio, ha dichiarato di utilizzare l’olio di CBD come antinfiammatorio e analgesico.
Molti membri della comunità sportiva vedono questo come uno sviluppo positivo, in quanto l’uso dei cannabinoidi potrebbe eventualmente sostituire gli antidolorifici oppiacei, che si sono diffusi a macchia d’olio in occidente e sono responsabili di molti casi di dipendenza.
Cosa dicono gli studi su cannabinoidi e sport
In precedenza, alcune ricerche avevano evidenziato un aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna in soggetti che assumevano THC, comportando una peggiore performance nei test di forza e in altri esercizi fisici.
Tuttavia, in materia di cbd e bodybuilding, molti culturisti e atleti di resistenza sostengono di utilizzare i cannabinoidi per stimolare l’appetito e per mantenere il peso corporeo. In uno studio del 2019 pubblicato sulla rivista scientifica PLOS One, il 26% di 1.161 atleti di sport di resistenza intervistati online ha dichiarato di fumare prima di allenarsi, o di assumere THC da preparati edibili. Il 70% di questi ha dichiarato di ottenere un sollievo dal dolore associato all’allenamento e di avere un sonno migliore, mentre il 60% ha riferito di provare un effetto di rilassamento e riduzione dell’ansia.
Un altro aspetto studiato da un gruppo di ricerca dell’Università del Colorado riguarda la capacità della cannabis di influenzare la percezione di dolore e piacere durante l’attività fisica. Nello specifico, su come essi influiscano sulla percezione del tempo. Intervistando gli atleti di resistenza, che corrono o pedalano anche per quattro ore, pare che l’effetto più comune sia quello relativo al fatto che la cannabis fa passare il tempo più velocemente e rende l’attività meno noiosa.
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