Il cannabidiolo (CBD) è un composto naturale con numerosi vantaggi, tra cui la capacità di potenziare la memoria e la concentrazione durante le sessioni di studio o lavoro. Questo è possibile grazie alla capacità del CBD di stabilizzare diversi processi fisiologici e cognitivi, utili per migliorare la concentrazione e la memoria.
CBD e THC sono stati esaminati più e più volte in diverse ricerche, specialmente in quelle volte a capire quali effetti questi due composti hanno sulla nostra mente.

Come agisce il CBD nel corpo
Da tempo, è stato riconosciuto che il nostro corpo possiede un sistema endocannabinoide, che produce naturalmente una vasta gamma di endocannabinoidi. Questi endocannabinoidi regolano i processi fisiologici e cognitivi dell’organismo, come la memoria. Tuttavia, può accadere che il corpo non produca una quantità sufficiente di endocannabinoidi, aspetto che può compromettere il corretto funzionamento di alcuni processi.
Diverse ricerche hanno dimostrato che i cannabinoidi presenti nella pianta di canapa hanno una composizione simile agli endocannabinoidi. Di conseguenza, essi possono integrare la produzione di endocannabinoidi, supportandone l’azione e aiutando a ristabilire l’equilibrio nell’organismo. Il CBD, tra le tante, si è dimostrato capace di alleviare dolori intensi, ridurre l’ansia e lo stress, migliorare la qualità del sonno, stimolare l’appetito, ridurre le infiammazioni, oltre che influenzare la memoria e la concentrazione.
I benefici del CBD sulla mente
Il CBD interagisce direttamente con la dopamina presente nel cervello, un neurotrasmettitore chimico responsabile della memoria e della concentrazione. Quando i livelli di dopamina sono bassi, si verifica una diminuzione della concentrazione e dell’attenzione.
La dopamina è un neurotrasmettitore fondamentale che regola una serie di processi come il sonno, il movimento, il piacere e anche la memoria. In sostanza, quando i livelli di dopamina sono bassi, anche la memoria e la concentrazione ne risentono ed è chiaro che, oltre all’età, anche lo stile di vita gioca un ruolo nella neuroplasticità, cioè la capacità del cervello di adattarsi e, nel tempo, le cattive abitudini possono portare a un più rapido deterioramento cognitivo.
Grazie alle sue proprietà neuroprotettive, il CBD aiuta a limitare i danni correlati al naturale processo di invecchiamento. Inoltre, il cannabidiolo può influire positivamente sui traumi, fornendo un effetto calmante e rilassante che favorisce la rimozione di ricordi spiacevoli.
Le proprietà neuroprotettive del CBD, infatti, possono supportare le cellule cerebrali nelle loro funzioni, migliorando così la memoria, senza dimenticare che, riducendo lo stress e l’ansia, permettono di affrontare con calma gli impegni quotidiani, facilitando anche la concentrazione.
In base alle ricerche, si è concluso che l’effetto neuroprotettivo del CBD è particolarmente evidente sui recettori responsabili della risposta infiammatoria. Il CBD, agendo su tali recettori, può ridurre eventuali infiammazioni cellulari e favorire una più semplice e corretta funzione delle cellule neuronali.
CBD e memoria: gli studi
L’attenzione sulla correlazione tra cannabidiolo (CBD) e memoria è aumentata dopo i risultati di uno studio del 2013 pubblicato dal British Journal of Psychiatry. I ricercatori hanno osservato che l’uso prolungato di THC (il principale componente psicoattivo della cannabis) causava una significativa riduzione della memoria, soprattutto a breve termine. Questo risultato ha contribuito a rafforzare i pregiudizi comuni sull’uso della cannabis, anche se non era ancora chiaro se questa riduzione avesse conseguenze irreversibili o limitate al periodo di assunzione. Tuttavia, lo stesso studio ha rilevato un dato interessante: il CBD sembrava svolgere un ruolo importante nel mitigare la perdita di memoria causata dal THC.
Confrontando due gruppi di consumatori di cannabis, uno trattato con marijuana ad alto contenuto di THC e l’altro con una concentrazione elevata di CBD, i ricercatori hanno scoperto che nel secondo gruppo non vi era alcun deterioramento delle capacità di memorizzazione e recupero delle informazioni. Lo studio si è concentrato su un recettore specifico, il CB1, responsabile dell’interazione tra i cannabinoidi e le aree cerebrali coinvolte nella memoria. I risultati hanno suggerito che questo recettore fosse responsabile degli effetti nocivi del THC ma che, allo stesso tempo, attenuava gli effetti negativi grazie all’azione del CBD.
In un altro studio del 2016, un team della Society for the Study of Addiction ha presentato risultati particolarmente interessanti su come il CBD influenza le capacità di memorizzazione ed elaborazione dei ricordi nei mammiferi. In particolare, il CBD è stato in grado di ridurre il senso di gratificazione generato da sostanze che causano dipendenza, agendo sulla memoria contestuale, cioè la capacità di ricordare la fonte e le circostanze di un evento specifico.
Questo studio è stato condotto su ratti in laboratorio e ha spinto altri gruppi di ricerca a esplorare il potenziale del CBD come possibile terapia per attenuare le memorie contestuali associate all’abuso di droghe. La ricerca medica sugli esseri umani è, ovviamente, molto più complessa e tali risultati richiedono ulteriori conferme sul potenziale benefico che il CBD può avere nella lotta contro le dipendenze.
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